Percorsi di vita….

Un tratto di linea curva intaglia il suolo dello scenario, con sconfortante aspetto di broncio. 

Definisce per contrasto, imprimendo il suo essere bianco all’attenzione. 

C’è intorno un prato, e alberi che diventano sempre più fitti verso lo sfondo, ci sono delle ombre impresse sul suolo, eppure diventa tutto secondario; si impone con prepotenza quel taglio chiaro a parlare di sé, vociante nel suo essere muto. 

Provare a ignorarlo è peggio, diventa calamita. 

Assomiglia ai quei percorsi di vita (titolo che Daniela Fiordaliso ha scelto per lo scatto) che portano a girare in tondo, quelli che risucchiano in una spirale sconclusionata che allontana da se stessi, dai propri reali intenti e bisogni, dai desideri e dal vero sentire. Per uno strano fenomeno, tende a accadere proprio quando la strada inizia a farsi leggera, piacevole, sorridente, rinverdisce, promette nuovi stimolanti scenari e orizzonti ampi … è allora che, come un sortilegio, qualcosa ci fa scivolare indietro e torniamo a inanellarci in situazioni già vissute, come se la mente avesse resettato il motivo per cui ce ne eravamo liberati e tratti in salvo. 

Che strani siamo! Restii al nuovo e sospettosi della serenità. Forse crediamo di non meritarla o siamo solo dei gran fifoni? 

Chi lo sa? Intanto torniamo sulla strada che curva verso il basso e dunque non è più sorriso; torniamo al già vissuto come a una coperta di Linus e crediamo perfino possa funzionare! Finché inizia a tirare di nuovo e ricominciamo a girare. Solita giostra: ci sentiamo stretti e ricordiamo perché avevamo tentato la fuga, invertito la rotta, cambiato strada. 

Daniela Fiordaliso, con questa foto scattata a Ferrara, ci parla dei percorsi di vita e di tutte le volte che ci traiamo in inganno da soli forse solo per paura di seguire i sogni, paura di volare, di tentare di rompere gli schemi per essere felici. Bloccati nel seguire il nostro vero sentire. Tendiamo al preconfezionato, al già visto e provato. Riflettiamo troppo sulle opportunità, sul domani, sui progetti, misuriamo, valutiamo … Pensiamo alla vita come un compito da svolgere: carta, matita, gomma, squadre e righe di precisione, compasso, calcolatrice. Saliamo in sella a una bicicletta armati come soldati alla guerra. Perfino i sentimenti siamo capaci di viverli in confusione per il mito di una perfezione che non esiste, che poi che cosa squallida cercare la perfezione in certe cose, spoetizza, depaupera, depriva di sapore. Bisognerebbe imparare a lasciarsi andare alle sensazioni, a volte non sbagliano, spesso sanno consigliarci la cosa giusta, la strada che ci porta via oltre quelle già percorse che si attorcigliano come spirali fino a toglierci l’aria.