LA BELLEZZA AI TEMPI DEL COVID- BARBARA CASTELLANI INTERVISTA GIANLUCA PROFILI FONDATORE CLINIC CHIRURGIA PLASTICA ED ESTETICA
“Nel settore della chirurgia estetica abbiamo assistito ad un incremento importante di pazienti che appartengono alla categoria dei dipendenti, una impennata di soggetti con uno stipendio fisso, dipendenti pubblici, collaboratori. Pochi invece gli appartenenti alle categorie dei lavoratori del commercio e alcuni liberi professionisti, che hanno perso economicamente di più in questa pandemia”. Lo afferma Gianluca Profili, Fondatore del Brand Clinic Chirurgia plastica ed Estetica.
Sig Profili, cosa è successo alla medicina ed alla chirurgia estetica, che non sono la stessa cosa, in questi mesi pandemici?
“La chirurgia estetica, diversa dalla medicina estetica, è letteralmente esplosa. Per le persone stare ore e ore davanti alla webcam del pc, per lavorare in smart-working, è stato come passare tutto quel tempo davanti allo specchio. Sono emersi i difetti, e l’autovalutazione si è fatta sempre più severa: ho dovuto dissuadere diversi pazienti dal fare interventi che non erano necessari, che si evidenziavano esclusivamente con alcune brutte inquadrature e con luci inappropriate, ma che non esistevano nella realtà. Inoltre, per coloro che si sono rivoltialla chirurgia estetica presentando obiettivamente l’inestetismo da voler correggere, è stato come se avessero necessità di ritrovare positività ebenessere in un intervento chirurgico in grado di restituire un’immagine diversa, migliore di sé e della realtà circostante, drammatica, del Covid”.
Chi si è rivolto alla chirurgia estetica?
“La base è stata quella di sempre, ma a questa si sono aggiunte categorie che non frequentano abitualmente i nostri ambulatori. Del resto alcuni interventi, quelli meno onerosi ma più richiesti, hanno un costo che si aggira intorno ai 2.500 euro. In ogni caso sono state persone mosse da spinte diverse. Sicuramente il fattore economico ha inciso: non poter viaggiare, non spendere soldi per cene fuori nè per sfoggiare abiti nuovi, durante la prima fase della pandemia con il lockdown, ha pesato molto ed ha permesso a molte categorie di incrementare i propri risparmi. Poi c’è il fattore tempo: ci sono state persone che hanno finalmente trovato il modo per fare un intervento desiderato da tempo. Una blefaroplastica, uno degli interventi di chirurgia plastica più richiesti, ha bisogno di almeno una settimana di recupero. Stare a casa, in questo caso non davanti ad una webcam, ha facilitato scelte procrastinate da anni”.
Come ha impattato il Covid-19 sulla medicina estetica?
“La Medicina estetica non prevede alcuna operazione chirurgica ma anzi, dopo una accurata visita, il medico estetico è in grado di poter definire un programma terapeutico preventivo e personalizzato volto alla cura della patologia estetica. Si tratta di programmi terapeutici diluiti nel tempo, a differenza della Chirurgia estetica che si esaurisce in poco tempo. A parte un ritorno massiccio dei pazienti in cura con terapie di Medicina estetica, abbiamo assistito ad un aumento di nuove pazienti decise a migliorarsi spesso perché rese insicure dalla loro immagine riflessa da uno schermo del pc”.
Possiamo quindi certamente affermare che in questo periodo di grave contrazione economica il mondo della cura e dell’estetica è stato un modo di stemperare un pò l’oppressione provocata dal Covid.