Centocelle: protestano 23 famiglie bloccate da una firma del Comune

Fermo il progetto di auto-recupero

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Via dei Lauri 15 © Target

Si e’ svolta stamane, nel quartiere di Centocelle,  una  manifestazione di protesta delle ventitrè famiglie , assegnatarie di una ex-scuola in auto-recupero in via dei Lauri 15,  per denunciare la situazione vergognosa che impedisce agli aventi diritto di poter lasciare gli alloggi temporanei del Comune di Roma e vivere dignitosamente nella casa loro assegnata.

Il progetto di auto recupero di via dei Lauri 15, attende da luglio 2020,  la firma del Direttore del Dipartimento Patrimonio, il signor Pepe, per poter avviare i lavori di ristrutturazione e consegnare le case ai 23 nuclei familiari che attendono da anni.


Simbolicamente e’ stato occupato il palazzo e accesi una serie di fumogeni sul tetto per segnalare agli altri abitanti del quartiere questa scandalosa situazione. 

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Via dei Lauri 15 © Target

La Cooperativa inventare l’abitare, presieduta da Bruno Papale, alla guida delle famiglie presenti nell’auto recupero di via dei Lauri, Centocelle, ci spiega : 


Era l’ottobre del 2016 quando il Movimento Cinquestelle, nel suo programma politico, elaborava una proposta di legge nazionale depositata poi alla Commissione Ambiente della Camera,  sull’autorecupero di immobili in disuso da ristrutturare e destinare ad uso abitativo. Il nobile intento del Movimento però, a distanza di cinque anni e che nel frattempo è rimasto lettera morta in Parlamento, non si è tradotto in pratica neppure negli unici due progetti, quello di via dei Lauri e quello di via di Grottaperfetta, entrambi nella Capitale dove la sindaca pentastellata Raggi governa esattamente da cinque anni. I ritardi e le difficoltà burocratiche portate a pretesto dalle Giunte precedenti, sono rimaste tali anche nella consiliatura che pure aveva fatto dell’autorecupero una bandiera.

La legge 55 sull’autorecupero, varata nel Lazio nel ’98 (assessore competente Salvatore Bonadonna) prevede due fasi principali e distinte del progetto di ristrutturazione: una parte a spese del Comune (le parti esterne e quelle interne condivise), un’altra a spese della cooperativa vincitrice del bando pubblico (le parti interne, i veri e propri appartamenti cioè). È proprio nella prima fase però che spesso si creano gli intoppi: le lentezze e spesso inspiegabili difficoltà burocratiche dell’amministrazione comunale, oltre ad aver fatto slittare i cronoprogrammi stabiliti dalle parti, con la conseguenza che gli inquilini assegnatari hanno dovuto spesso aspettare quasi dieci anni e anche più per andare ad abitare nella casa tanto attesa, anche uno spreco di denaro pubblico.

Il perché è presto detto: non rispettando la tempistica tra la prima fase dei lavori, quelli del Comune e quelli successivi a carico della cooperativa, quelle opere di ristrutturazione si deteriorano e necessitano di continui aggiustamenti. Il caso più evidente è quello di via dei Lauri, una ex-scuola pubblica in disuso da anni e che, dopo i lavori di autorecupero dovrebbe dare un alloggio a 23 famiglie aventi diritto: inserito nel 2001 nel Protocollo firmato da ministero delle Infrastrutture, Comune di Roma e regione Lazio insieme ad altri cinque progetti (quattro dei quali terminati con ritardi e difficoltà), dopo mille vicissitudini si sarebbe dovuto consegnare nel 2008, poi fermo per anni con uno stop nel 2015.

Infine dopo una rocambolesca occupazione abusiva di quel palazzo rimasto vuoto per anni in attesa di ristrutturazione, consegnato nel 2018 finalmente alla cooperativa. Il Comune decide a quel punto di stanziare 48mila euro per i lavori di ristrutturazione ormai deteriorati. Ma qui ricomincia il balletto delle responsabilità e del labirinto kafkiano in cui le carte si perdono tra Giunta, Consiglio comunale e dipartimenti competenti. Per non parlare della jattura cronica dei cosiddetti “bandi al massimo ribasso” (spesso oltre il 40%), l’appalto cioè destinato a ditte che con denaro in genere insufficiente che più di una volta hanno dovuto alzare bandiera bianca e fallire e quindi ricominciare tutto quasi daccapo.

La cooperativa “Inventare l’abitare”, vincitrice del bando ha già anticipato da anni 30mila euro circa per la progettazione, la messa in sicurezza più altre voci di spesa. Questo soltanto nella fase preliminare, senza contare l’investimento a suo carico per i lavori della cosiddetta “seconda fase”. Ancora peggiore la situazione per via di Grottaperfetta, nel quartiere Montagnola. Anche quella una ex-scuola pubblica, destinata previo bando a ricavarne 18 appartamenti. Dopo studi di fattibilità, perizie e progetti vari, rimasti poi nel cassetto, lo stabile oggi appare agli occhi come un cantiere arrugginito e cadente. Il palazzo doveva addirittura essere consegnato alla cooperativa nel 2006.

 

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Via dei Lauri 15 © Target
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Centocelle: protestano 23 famiglie bloccate da una firma del Comune ultima modifica: 2021-05-20T18:47:59+02:00 da Alessandro Lisci