Giovanni Cristini e la sua arte in mostra fino al 24 febbraio 2018 alla Galleria Romanino nel cuore della capitale.
Con l’esposizione “Vedute contemporanee di Giovanni Cristini” è stato inaugurato un nuovo spazio culturale nel cuore di Roma, in via dei Bresciani 8: la Galleria Romanino. Ricavata nei locali della zona della straordinaria via Giulia, tra botteghe artigiane e dimore di lusso, la nuova galleria si propone di offrire agli abitanti della Città Eterna e ai turisti una location per rassegne ed eventi. Frutto dell’impegno del presidente dell’Opera Pia dei Bresciani, Corrado Ghirardelli, per l’inaugurazione della nuova galleria è stato scelto il pittore originario del Bresciano, ma profondo conoscitore della Capitale, Giovanni Cristini.
L’artista ha presentato una decina di opere in cui Roma si mostra prepotentemente con i suoi storici scorci, carica di colori ed emozioni. Cristini propone luoghi arcinoti della città, da San Pietro a Castel Sant’Angelo, ma non lo fa mai in modo banale, scontato. Anzi, è una sorta di sfida con il visitatore che non può non aver visto quei luoghi, ma che, attraverso l’interpretazione del pittore, diventano nuovi e originali. La mostra è curata dal giornalista e scrittore Andrea Barretta, il manager dell’artista è Andrea Pizzamiglio. L’inaugurazione del 20 gennaio scorso è stata anche l’occasione per la presentazione del catalogo dell’artista, curato sempre da Berretta, intitolato “La mimesi nella pittura di Giovanni Cristini”. Il catalogo offre uno sguardo più ampio sull’opera del pittore proponendo al lettore paesaggi, figure umane e ritratti. Cristini sul tema della natura si lancia “verso nuove sperimentazioni in un percorso artistico rivolto alle coordinate estetiche della realtà da cui attinge la tradizione nello stile proprio che potenzia in una pittura in contraddizione con l’arte concettuale contemporanea”.
Giovanni Cristini nasce a Iseo, in provincia di Brescia, il 27 ottobre 1970. Il padre, Giuseppe (1946 – 2014), artista di professione, si afferma come pittore di falsi d’autore, dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e aver insegnato storia dell’arte. Da qui, come figlio d’arte, la decisione di assegnare alla pittura un ruolo nella sua vita, nel suo studio-laboratorio tra le montagne bresciane della Valle Camonica. E se per oltre vent’anni ha respirato in casa la grande arte attraverso le riproduzioni del padre, questo gli ha anche dato l’occasione d’incontrare a mostre internazionali numerosi personaggi del mondo dello spettacolo e non solo, da Gianni Agnelli a Philippe Leroy, da Dini a Sordi, e da Ginevra a Montecarlo a New York, da Londra a Parigi, o da Amsterdam a Tokio, respirando aria di grandi mostre tra personali e collettive che lo hanno portato a frequentare l’arte percorrendone la storia in una sorta di corso accelerato per immagini.
Fino al 24 febbraio con i seguenti orari: dal giovedì al venerdì dalle 15 alle 19, il sabato fino alle 20.