Origini del “cervello affamato”-by Emanuela Scanu

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Origini del “cervello affamato”-by Emanuela Scanu

Quante volte vi siete detti lunedì mi metto a dieta? Ma poi c’è il compleanno del nipote, la festa di pensionamento della collega, l’aperitivo con l’amica che non vedi da tempo! Insomma le settimane passano e tu sei sempre lì con l’ago della bilancia che impassibile segna il tuo peso che nella migliore delle ipotesi è rimasto inalterato!

 

Nella pratica tutti sappiamo che una dieta equilibrata fa bene dal punto chimico-fisico al nostro corpo, che gli effetti sono benevoli sulla nostra psiche e pensieri, che risulta il primo fattore di prevenzione, ma come si dice : dalla teoria alla pratica c’è di mezzo il mare!

E’ anche risaputo che una alimentazione poco sana condiziona molto il nostro umore: dalla tristezza alla rabbia all’ansia, specie se il nostro intestino è messo a dura prova! La correlazione tra intestino e cervello è importantissima, infatti già nella medicina cinese si parlava di “secondo cervello”, dicitura che ormai è stata introdotta anche in occidente.

Certo la grande disponibilità di cibo non aiuta!  Ovunque siamo immersi in messaggi che evocano il cibo attraverso la convivialità, per definire uno stile o anche un modo di vivere. Pensare che meno di 100 anni fa il problema era la mancanza di cibo ed oggi si spendono cifre folli per alimenti dietetici o per dimagrire! (almeno da questa parte del mondo!!) Cibi pronti, appetitosi e con prezzi ragionevoli fanno sì che almeno in città si mangi tendenzialmente male, perché non si ha tempo o perché si è stanchi. Cibo a portar via, cibi precotti o la App sempre disponibile con cibo che arriva a casa a seconda della voglia del momento che difficilmente riguarda frutta e verdura fresca!!! In compagnia si mangia (e si beve) più del solito superando spesso la soglia di sazietà così come facciamo nelle occasioni speciali, se stiamo festeggiando o anche se siamo tristi! Pensate anche all’enorme quantità di foto di piatti pronti ad essere mangiati che vengono caricate sui social ogni ora ed al numero indefinito di programmi televisivi e tutorial che riguardano la preparazione del cibo! Non dobbiamo sorprenderci quindi se il nostro cervello non è più in grado di mandarci i giusti segnali e che quando lo fa noi non siamo in grado di riconoscerli!

 

Il nostro cervello è settato, fin dalla notte dei tempi, a sistemi che preservano il nostro organismo nei periodi di mancanza o scarsità di cibo. Non è preparato a queste continue sollecitazioni date dalla presenza del cibo. Ecco quindi che scatta un fenomeno che alcuni ricercatori hanno definito “voracità opportunistica”. Il cervello manda segnali che portano la persona a mangiare “per non perdere l’opportunità”. Pensate ad un buffet e di quanto dispiaccia non poterne mangiare di più quando si è sazi!! (che spreco si pensa!) Quindi il cervello a livello evolutivo ancora non è pronto per l’abbondanza!

Abbiamo imparato anche a mangiare per confortarci quando siamo tristi ed il mondo sembra ce l’abbia con noi sia come ricompensa se siamo stati bravi e dobbiamo festeggiare. Spesso la varietà dei cibi ci fa mangiare oltre il senso di sazietà rispetto ad una singola offerta.

Quindi non abbiamo scampo? L’unica strategia è rieducare la nostra mente verso alcuni stimoli pericolosi per la linea, ma questo ve lo svelo nel prossimo articolo!

Dott.ssa Emanuela Scanu

Psicologa esperta in disturbi dell’alimentazione e coach alimentare

Autrice del libro Dimagrire una scelta consapevole ed. campi di carta 2013

www.emanuelascanupsicologa.com

Origini del “cervello affamato”-by Emanuela Scanu ultima modifica: 2022-02-28T08:43:54+01:00 da Emanuela Scanu